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Roberto Frazzetta scrittore

 
  • Immagine del redattoreRoberto Frazzetta

"Un Equilibrio"

Aggiornamento: 3 nov 2023



“Un compost degli anni 2007 dove la magia era di forza primordiale e ogni evento unico andava rigorosamente riportato in storie.”


“Un equilibrio che renda ogni carezza accettabile…”

Pensava mentre il ciaf ciaf delle scarpe rosse pestava l’acqua… anche lei a terra.

Faith odiava camminare sotto la pioggia. Roma nuvole e tristezze.

Soprattutto odiava camminare sola.


Tyler?

Avanti una ventina di passi con la sua personale riserva delle grandi occasioni, la sua maschera da cazzo.


Mentre lei odiava ogni singola goccia che lambiva i suoi indumenti, Tyler era sulla purificazione... sulla via di Damasco.

Previo a ogni tentazione.


Ondeggiava la testa, capelli zuppi di ogni perdono e lasciata persa. Parlava da sé.

Non era un parlare, era anzi un bofonchiare in modo altezzoso e irriverente.

Sapeva tutto lui… lui sapeva…era illuminato e fanculo il resto.


La gente lo evitava schifata dalla natura che emanava nei suoi vaneggiamenti. I turisti avrebbero potuto anche fotografarlo magari per rifarlo tarocco nella loro nazione, tanto per non farsi mancare nulla, ma lui era inimitabile, unico, severo e allo stesso tempo nobile, era per questo che lei lo amava.


Anche per questa miriade miserabile di sfaccettature tra bianco e nero.

Faith accelerò il passo desiderosa di un contatto ma un esitazione, che fosse una lacrima quella che solcava la faccia di lui?


O forse era una delle tante gocce che scivolavano dal cielo?

Sarebbe stato bello prendere quelle movenze, scivolare sulla vita, sulle parole non dette e su quelle sbiadite dal tempo della ripetizione o forse era una cosa solo da pensare, una cosa sola, un pensiero acrilico tenuto e custodito religiosamente per convincersi, da dentro, di essere potenzialmente una persona diversa.

Troppi forse.

Pochi perché.


“… se è vero che siamo anche ciò che abbiamo perso… allora sarà più prezioso e affascinante per me.” canticchiava.

Un pensiero…. Anzi nemmeno.

Un perché… no!

Uno scopo…

Sì lo scopo che risiede nell’epicentro delle grandi cose, dei grandi amori, della speranza tutta, lo scopo che sostiene, che guida, che dirige, è lo scopo che ci tiene in vita, è lo scopo del raggiungere, no un desiderio fisso celato dalla necessità di desiderare, lo scopo di vivere insieme.


Fece uno scatto. Le sue scarpette rosse la catapultarono fuori dall’occhio del mago di Oz, e schizzi e zampilli ovunque nella piazza di Roma, nuvolosa e triste.

Lo raggiunse, lo afferrò per un braccio, delicatamente decisa, lo fermò, ma con passione e gli si mise davanti.


Lo sguardo avrebbe fatto perdere minuti tra l’orgoglio e la vanità di riconoscersi umani.

Meglio puntare sul contatto e le sue dita dal braccio colarono giù verso il polso e giunsero alla pelle, ad un battito, il cuore di Tyler sussultò, come ripreso da un’allucinazione o da un sogno astratto.


E non fece altro, ma gli sorrise socchiudendo gli occhi e tirando fuori la lingua nel suo privato modo di disagio.

Stop.


Le piogge non caddero più. La gente si paralizzò e i flash di tutti i turisti s’immortalarono in un lampo veemente di luce. Nessun suono, nessuna vaga famigliarità del posto, Roma non era più Roma, ma solo un ammasso di pensieri altrui congelati e fragili.

Faith sorrise.


Ed era questa la dannata magia di lei, quella di essere sempre la stessa persona e un'altra. Quello scegliere accurato di dettagli nelle azioni, uno e uno soltanto, l’unico dettaglio capace di mandarti in pezzi, schiudere i pugni chiusi e lasciare i palmi aperti a sorreggere il mondo. Uno e uno soltanto per riportarlo a sé, avvolti nello sbocciare di un fiore raffinato… unico… il fiore nemico della morte, del senza morte.


L’amore.



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